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Borgo medievale di Taurasi e pranzo in La Collina, tra vigneti del Docg

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Borgo medievale di Taurasi e pranzo in La Collina, tra vigneti del Docg Empty Borgo medievale di Taurasi e pranzo in La Collina, tra vigneti del Docg

Messaggio  Admin Gio Ott 25, 2012 1:29 am

"Borgo medievale di Taurasi e pranzo in La Collina, tra vigneti del Docg", Ottobre 2012
http://www.flickr.com/photos/88994512@N05/sets/72157631826430493/
(puoi cliccar su slideshow)


TAURASI (AV)
+2700 taurasini
Sorge su di un promontorio nella media Valle del Calore Irpino.
Il territorio taurasino è frequentato fin dall’età eneolitica (III millennio a.C.), come attesta il ritrovamento in C.da San Martino e in C.da Pozzillo, di buche di pali di una capanna che poteva avere la forma ad U e alcuni vasi di impasto con all’interno i resti di tre defunti incinerati.
Il toponimo Taurasi, secondo la tradizione, è attribuito al mitologico toro della tribù dei taurasini di stirpe sannita che vivevano in zona sotto il nome di Taurasia.
Il simbolo del toro è presente nell’attuale stemma comunale.
Il toro non era altro che un totem di legno sul quale era scolpito il volto del toro, e i sanniti lo usavano in occasione del loro viaggio dagli appennini verso luoghi per nuove conquiste di terre, tramite la cosidetta Primavera Sacra, in latino Ver Sacrum, che succedeva quando i figli dei sanniti, raggiunta la loro maggiore età, o per l’elevato numero di abitanti o per calamità o per altri momenti difficili, dovevano migrare durante la primavera verso nuovi luoghi da conquistare e creare nuove comunità.
Nel 298 ac la città dei taurasini-sanniti fu conquistata dai romani, durante la terza guerra sannitica, per mano del famoso console Lucio Cornelio Scipione Barbato.
Tale conquista viene ricordata incisa sulla sua pregevole tomba il nome di Taurasia, una delle città conquistate.
Tale tomba è esposta nei musei vaticani a Roma.
Anche un altro console: Manio Curio Dentato, aveva combattuto contro i taurasini che si erano schierati col famigerato cartaginese Annibale Barca, che si difesero così strenuamente da subire da parte dei romani il quasi totale annientamento.
Nel 181-180ac, nei quasi spopolati territori taurasini furono deportati, per ordine del senato di Roma, parte dei liguri-apuani, che li deportarono anche nell’antica città di Bebio, tra Reìno e Circello (BN).
Nel 42ac il territorio fu dato in mano ai soldati romani veterani diventando la colonia militare, denominandola Taurasium.
Le successive generazioni di romani fecero costruire delle ville, anche la seconda moglie dell’imperatore Augusto, Livia Drusilla, si recò qui a Taurasium.
In questo contesto si ebbe l’inizio della coltivazione delle viti, chiamate all’epoca “Hellenica”.
Dell’antica città rimangono le iscrizioni incise su lastre marmoree, blocchi di travertino, frammenti ceramici, unguentari, monete etc, che provengono dalle località Trignara, Bosco, San Pietro, Sant’Arcangelo, Pisaro e Isca.
In epoca longobarda Taurasi subì una serie di distruzioni ad opera dei saraceni.
Con l’avvento dei normanni la città si elevò all’importante Baronia che si estendeva dalla porte di Benevento e di Avellino fin sotto il territorio di Sant’Angelo dei Lombardi, per mano del feudatario Torgisio de Taurasi della stirpe dei Sanseverino col quale Taurasi raggiunse il massimo prestigio.
Alla sua morte, la grande Baronia fu divisa tra i figli: Alamo ebbe Taurasi, Giacomo ebbe Castelvetere e Ruggiero ebbe Monticchio; quest'ultimo donò a San Guglielmo da Vercelli un pezzo di terra dove poi sorse il monastero del Goleto.
Nel 1271 un discendente dei de Taurasi divenne abate di Montevergine, il quale si recò, per ordine del papa Gregorio IX, al secondo Concilio ecumenico di Lione(AV), che fu il 14’Concilio ecumenico della chiesa cattolica con lo scopo di ristabilire i rapporti con la chiesa ortodossa.
Durante il medioevo la città era munita di mura di difesa interrotta da almeno due porte di accesso che si possono vedere oggi: Porta Maggiore, lato Largo Duomo, con due torrioni semi-cilindrici ed arco in travertino costruita dai longobardi sui ruderi romani, l’altra è Porta Sant’Angelo che costituiva l’ingresso al castello per chi proveniva dalla Valle del Calore Irpino, anch’essa di origine longobarda.
Altri casati che vissero nel castello di Taurasi furono i De San Barbato, i Lautrec, Caracciolo, Gesualdo, Pignatelli, Ludovisi, della Marra, Filangieri, Carafa e i Latilla che rimasero fino all’abolizione della feudalità del 1806 voluto dal re francese Giuseppe Bonaparte, fratello di Napoleone, durante il decennio francese nel Regno di Napoli.
Secondo alcune fonti di documenti, il celebre madrigalista Carlo Gesualdo sarebbe nato proprio a Taurasi nel 1566.
Amò tanto la città di Taurasi che la fece ristrutturare e persino da dedicare un pensiero sulla città in un suo testamento.
Taurasi ha dato i natali a Gerardo De Angelis, regista cinematografico di Cinecittà a Roma, fu uno dei martiri delle Fosse Ardeatine, sempre a Roma, durante le due guerre mondiali.

CASTELLO DI TAURASI
noto anche come palazzo Marchionale, fu costruito dai longobardi nel VII sec su una preesistente struttura romana e ampliato dai normanni nel XIII sec, con l'aggiunta di un mastio a pianta quadrata contenente una pregevole scala elicoidale.
All’interno del castello vi si conserva la sala col camino monumentale, un tempo adibita a sede di Corte di Giustizia, la cappella di San Pietro a Castello, la sala d’Armi, la sala da ballo etc.
Nel castello il celebre madrigalista Carlo Gesualdo riuscì a portarvi letterati ed intellettuali: Torquato Tasso, Eleonora d'Este etc
A ridosso del maniero vi è la Porta Maggiore, una delle due porte di accesso all’antico borgo.
Attualmente è sede dell’enoteca regionale dei vini d’Irpinia.

IL VINO ROSSO TAURASI DOCG
è considerato il miglior prodotto della famiglia delle uve di Aglianico e vanta la denominazione docg, il primo ad essere riconosciuto col Docg nel meridione, il massimo riconoscimento che può essere attribuito ad un vino.
Successivamente anche altri due vini irpini vengono riconosciuti col Docg quali il Greco di Tufo e il Fiano di Avellino.
Quindi ben tre vini, tutti irpini, della Campania.
Il Taurasi viene prodotto nei 17 territori comunali:
Taurasi, Bonito, Castelfranci, Castelvetere sul Calore, Fontanarosa, Lapio, Luogosano, Mirabella Eclano, Montefalcione, Montemarano, Montemiletto, Paternopoli, Pietradefusi, Sant'Angelo all'Esca, San Mango sul Calore, Torre Le Nocelle e Venticano.
Il vino Taurasi richiede obbligatoriamente un invecchiamento di 3 anni mentre assume il nome di Riserva se passati oltre 4 anni di invecchiamento e 18 mesi in botte.

--in Campania vi sono circa 26 vini di alta qualità:
4 vini DOCG
15 vini DOC
7 vini IGT


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