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Ascesa al Monte Vulture, dai Laghi di Monticchio

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Messaggio  Admin Mar Apr 02, 2013 1:20 am

"Ascesa al Monte Vulture, dai Laghi di Monticchio"
http://www.flickr.com/photos/94576884@N07/sets/72157633140998635/
organizzato da Lerka Minerka di Zio Bacco.

LAGHIDI MONTICCHIO(PZ)
sono due laghi che occupano la bocca craterica spenta di un vulcano.
Uno maggiore e uno minore, sono denominati i gemelli del Vulture, ubicati a 700m ca slm.
Essi risultano tra i più antichi apparati vulcanici dell’Appennino meridionale.
I laghi, entrambi di forma ellittica, sono separati da una lingua di terra, detta anche istmo, larga 215 m.
Il Lago Piccolo ha una superficie di 16 ettari, perimetro di 1800m ed una profondità di 38m per cui presenta sponde molto ripide e scoscese, quota 658m.
Il Lago Grande ha una superficie di 38 ettari, perimetro di 2700 m e profondo 35m, quota 656m.
Inoltre i laghi sono comunicanti attraverso un canale sotterraneo che porta acqua nella misura di 57 litri al secondo, grazie alle sorgenti subacquee, dal lago Piccolo al lago Grande, avendo il lago Piccolo il pelo dell’acqua 2m al di sopra del livello del lago più grande.
Dal lago Grande un emissario attraversa il varco della Creta, percorre il profondo vallone della Noce e scarica le acque nel fiume Ofanto presso lo Scalo di Aquilonia, in prossimità del Ponte di Pietra dell’Oglio.
I due laghetti, pur comunicando tra loro, presentano un diverso colore.
Acque verdastre del lago Piccolo dovuto al fondale composto da pietrisco vulcanico, mentre le acque del lago Grande hanno un colore tendente al marrone per il fondale fangoso.
Si ritiene che entrambi hanno la temperatura media più elevata dei laghi d’Italia.
Nelle acque dei due laghi, cinti da una folta boscaglia di roveri e di faggi, galleggiano le ninfee presenti e, in tutta la Basilicata, crescono solo nei laghi di Monticchio.
Solo il bacino Piccolo è chiuso alla pesca sportiva.
In entrambi i laghi si possono trovare esemplari di carpe, tinche, persici reali, persici trota, carassi, scardole e cavedani.
http://www.basilicata.cc/lucania/monticchio/ Monticchio, gall.foto
http://it.wikipedia.org/wiki/Riserva_regionale_Lago_piccolo_di_Monticchio Riserva regionale Lago Piccolo
http://www.comune.rioneroinvulture.pz.it/articles.asp?id=108 Monticchio
http://www.irpiniapesca.it/altri-itinerari/laghi-di-monticchio-rionero-in-vulture-pz Laghi Monticchio, descrizione


ACANTHOBRAHMAEA EUROPAEA
È una farfalla notturna che vive lungo le pendici esterne del vulcano spento del Vulture, esattamente nella loc.Grotticelle, nei pressi di Sgarroni(fraz. di Monticchio).
La scoperta di questa particolare specie di farfalla, o falena, avvenne nella sera del 18 Aprile 1963 dal ricercatore altoatesino Federico Harting, ritenendola fino ad allora sconosciuta.
Questo ricercatore aveva compiuto una scoperta sensazionale: si riteneva che questa falena si era estinta in Europa da almeno 300milioni di anni fa e invece vive ancora oggi, oltre che nel Vulture, anche in Giappone, Corea, Cina e India.
La notizia di questa farfalla, definita fossile vivente, e col nome scientifico di Acanthobrahmaea europaea, fece il giro per il mondo rendendo così famoso il Vulture della Basilicata.
Il luogo dove nasce ciclicamente la farfalla Bramea, ossia il bosco di Grotticelle, di circa 187ettari, è dichiarato sin dal 1971 Riserva naturale che fu la prima istituita in Italia per tutelare questo delicato animale della famiglia dei lepidotteri.
Le farfalle Bramea, nascono dai cosidetti crisalidi che cominciano ad uscirne dal guscio, composto da ben 4 mute, dopo aver passato circa 8 mesi sotto le cortecce degli alberi e strati di muschio.
Hanno un periodo breve di vita che va da fine Marzo ai primi 10-15 giorni di Aprile, giusto in tempo di procreare altre larve nere, che si trasformeranno a sua volta in crisalidi. Le femmine depongono un centinaio di uova, di colore bianche poi brune e infine larve nere.
In piena maturità hanno un’apertura alare di 7cm.
http://it.wikipedia.org/wiki/File:Acanthobrahmaea_europaea.jpg foto della farfalla Bramea


ALTRI PRIMATI O PARTICOLARITA' DEL MASSICCO DEL VULTURE:
La flora più particolare del Vulture è l’endemico fiore di garofano diffuso, oltre che nella Basilicata, anche in Campania, Abruzzo, Puglia e Basilicata.
http://www.seguilsentiero.it/il-garofano-del-vulture/ foto del fiore endemico Garofano del Vulture (clicchi su foto)
--Nella riserva di Grotticelle, a soli 650m di altitudine, è presente la faggeta di bassa quota dovuta alle condizioni di microclima che si vengono a creare in questa zona.
--In entrambi i laghi vive, tra vari pesci, l’alborella e la sardina, esemplari che normalmente nascono nei mari.
--Ai piedi del Vulture lato sud, in territorio comunale di Atella, nelle vicinanze del cimitero, vi è un sito Paleolitico con resti di ossa di animali tra cui una enorme zanna di elefante.
http://www.aptbasilicata.it/Parco-Paleolitico.519.0.html


ABBAZIA SAN MICHELE ARCANGELO(PZ)
fu fondata dai monaci basiliani, cioè italo-greci, nell’VIIIsec dc come cenobio, trovando rifugio nella grotta, dove si ebbe l’inizio della venerazione dell’Arcangelo Michele, sulla scia del celeberrimo Santuario micaelico del Gargano in Puglia.
Nel X-XIsec anche i monaci benedettini dell’antica Badia di Sant’Ippolito, ubicata sulla striscia tra i due laghi, detta istmo, si insediarono nel soprastante cenobio-grotta rupestre di S.Michele a causa dell’aria malsana che vi stagnava lungo la riva.
Il 13 Agosto 1059 il papa Nicola II consacrò l’abbazia e l’edicola contenente l’icona di S.Michele Arcangelo, parzialmente affrescata da maestranze bizantine.
Nei pressi della grotta rupestre sono stati ritrovati depositi votivi risalenti al IV-IIIsec ac.
A causa del terremoto del 1456 la struttura subì ingenti danni e i benedettini se ne andarono subentrandoli i frati agostiniani fino al 1608 quando arrivarono i padri cappuccini che fondarono una biblioteca e un lanificio.
Grazie al padre cappuccino Felice da Marsico l’abbazia, oltre ad essere del tutta ricostruita, furono aggiunte 4 cappelle affrescate che purtroppo furono abbattute da un enorme masso caduto dalla montagna soprastante nel 10Gennaio 1669.
Dal 1782 al 1866 ne furono in possesso i costantiniani.
L’abbazia di San Michele venne immortalato in uno dei tantissimi libri che scrisse l’insigne letterato e politico Giustino Fortunato di Rionero in Vulture dal titolo di: “La Badia di Monticchio”.


MUSEO DI STORIA NATURALE DEL VULTURE
all’interno dell’abbazia, strutturata in 4 piani, è dal dicembre 2008 allestito il museo che presenta reperti preistorici e della tipica fauna che popola la zona del Vulture.
Nelle stanze del museo è ricostruita l’identità della natura del territorio del Vulture, un ex vulcano pleistocenico spentosi 130.000 anni fa.
Gli allestimenti all’interno del museo ricostruiscono la storia dei religiosi nel Vulture, il parco di Federico II e la sua arte di cacciare col falcone, il Riparo Ranaldi con i graffiti mesolitici, l’Uomo preistorico di Atella, la storia del suo lago, del paesaggio con le sue piante. Continuando lungo il percorso museale, viene illustrata la biodiversità che oggi caratterizza quest’area, dovuta in gran parte all’attività del vulcano.
Fulcro dell’esposizione, però, riguarda la bramhea, la farfalla notturna che vive nelle zone asiatiche, che sul continente europeo sopravvive solo qui, alle pendici del Vulture.
http://www.basilicata.cc/lucania/monticchio/ Monticchio, gall.foto
http://it.wikipedia.org/wiki/Riserva_regionale_Lago_piccolo_di_Monticchio Riserva regionale Lago Piccolo
http://www.comune.rioneroinvulture.pz.it/articles.asp?id=108 Monticchio


VINO AGLIANICO DEL VULTURE(PZ)
La zona delle pendici del Vulture nel nord-est della Basilicata è famosa per la produzione del vino rosso Aglianico del Vulture, riconosciuto col marchio doc dal 1971 e col marchio docg dal 2010.
Il vitigno Aglianico venne introdotto dai greci nel sud Italia tra il VII-VIsec ac con il nome di Hellenica.
Altre testimonianze di questo vitigno sono riconducibili ai resti di un torchio dell'età romana ritrovati nella zona di Rionero in Vulture e da una moneta bronzea raffigurante il dio del vino Dionisio della mitologia greca, corrispondente al dio Bacco delle mitologia romana, coniata nella zona di Venosa nel IV secolo a.C.
I romani lo sfruttarono per migliorare la qualità del vino Falerno molto amato dai poeti dell'epoca.
Una delle testimonianze storico-letterarie sulla storia di questo vitigno sono state lasciate da Quinto Orazio Flacco, scrittore e poeta latino originario di Venosa che esaltò le bellezze della sua terra.
Nel XV secolo sotto la dominazione degli aragonesi venne denominato Aglianico.
L’Aglianico è uno tra i migliori vini italiani ed è, per produzione e gusto simile al famoso vino Barolo nelle Langhe in Piemonte, definito “il Barolo del Sud”.
Ci sono anche altri vini Aglianico senza il marchio doc come l'Aglianico dolce, un vino da dessert, e l'Aglianico di Filiano che viene coltivato a Filiano, un piccolo paese a sud del Vulture.
Il vino Aglianico del Vulture ha un colore rosso rubino, profumo fragrante con sentore di fragola e di lampone, di sapore asciutto, con 11,5-13% di alcool.
L’Aglianico viene considerato Vecchio dopo almeno 3 anni o Riserva dopo almeno 5 anni di invecchiamento, e sono ottimi da abbinare con carni ed arrosti.
http://www.aglianico-del-vulture.com/section.item.3/territorio-vulture-area-in-basilicata.html luoghi di vitigni Aglianico
http://www.ilvulture.it/modules/wfchannel/ Il Vulture, video youtube

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