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Acerra: paese di Pulcinella, e Foresta Demaniale di Roccarainola

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Acerra: paese di Pulcinella, e Foresta Demaniale di Roccarainola Empty Acerra: paese di Pulcinella, e Foresta Demaniale di Roccarainola

Messaggio  Admin Sab Ago 18, 2012 9:27 am

"Acerra: paese di Pulcinella, e Foresta Demaniale di Roccarainola", Agosto 2012
http://www.flickr.com/photos/84076151@N08/sets/72157631117060868/

PULCINELLA
La nascita della maschera di Pulcinella è legata al paese d’origine Acerra perchè, secondo la tradizione riportata da un testo del ‘500, un attore teatrale di nome Silvio Fiorillo, di Capua, avrebbe visto un contadino di Acerra, Puccio d’Aniello, che lo descrisse con faccia scurita dal sole e naso lungo.
Da questo incontro l’attore sarebbe ispirato all’invenzione della maschera folcloristica teatrale.
Questo singolare personaggio risulta immortalato per la prima volta in un famoso dipinto attribuito al pittore bolognese Ludovico Carracci.
Fu lo stesso Fiorillo ad interpretare per primo, a Napoli, la maschera di Pulcinella.
Per Silvio Fiorillo era Puccio d’Aniello, per altri studiosi Pulcinella sarebbe impersonificato da altri personaggi, veri o presunti, di nome Paolo Cinella oppure Paoluccio della Cerra.

Nel 1961 invece, si discusse che la comicità di Pulcinella risalirebbe a un antichissimo genere teatrale, denominato “Fabulae Atellanae”, nato attorno al IVsec ac in mano agli osci della cittadina di Atella.
(Atella era uno dei vari insediamenti ubicati nell’agro aversano, nell’estesa terra del popolo dei Leburini).
Questo primitivo personaggio comico veniva denominato dagli osci o Maccus(mangiatore di maccheroni) o Kikirrus(il gallo), che costituirebbero i capostipiti di Pulcinella del XVIsecolo.
Infatti Pulcinella rappresenterebbe per metà Maccus perché è un ghiottone di maccheroni e per metà Kikirrus perché ha la voce stridula simile al gallo.

La maschera di Pulcinella fu resa celebre nel mondo ufficialmente dal 1853circa dall’attore teatrale Antonio Petito che recitava nel suo famoso Teatro San Carlino di Napoli che si trovava in Largo Castello(attuale Piazza Municipio), fondato dal padre Salvatore Petito, anch’egli un bravissimo Pulcinella.
Antonio Petito è considerato tutt’ora il re dei Pulcinella e di tutti i tempi, per le sue grandi capacità nel ballo, nella mimica, nel canto, nella musica, nelle parodie, nei giochi di prestigio e anche un acrobata molto abile.
Per questo motivo la maschera di Pulcinella, recitata nel teatro napoletano, fu assurta dai napoletani a loro simbolo.
Altri artisti che hanno interpretato Pulcinella dal ‘600 vanno ricordati alcuni, quali Andrea Calcese, Pasquale Altavilla, Michelangelo Fracanzani, Filippo Cammarano(alla corte dei Borbone), Giuseppe De Martino, Salvatore De Muto.
Nel XXsecolo si ebbe celebri attori teatrali che hanno interpretato Pulcinella quali Eduardo De Filippo, Totò e Massino Troisi.

Pulcinella è vestito col camicione, larghi pantaloni e un cappuccio tutto di bianco, al viso la classica maschera nera che lascia scoperta sola la bocca, col naso ricurvo e rughe sulla fronte.
Parla con voce stridula e acuta e gesticola in modo eccessivo.

Ama vivere alla giornata sfruttando la sua astuzia, adeguandosi a qualsiasi situazione che gli capita.
Dal carattere eclettico: spontaneo, semplice, simpatico, divertente, chiacchierone, dispettoso, avventuriero, generoso, malinconico, credulone, combattivo e inaffidabile.
E’ anche un personaggio che prova forti sentimenti, ed è stregato dalla sua eterna fidanzata Teresina.

La maschera di Pulcinella vuole rispecchiare l’anima del popolo napoletano di basso ceto sociale che continuamente viene abusato ed umiliato dalla potente borghesia.
Quindi Pulcinella, con la sua instancabile ironia, si burla prontamente del potere degli impostori.

Per questi suoi attributi, nel corso dei secoli, la fama di Pulcinella si diffuse in Europa, attribuendolo nomi diversi a seconda della nazione:
-Mr.Punch in Inghilterra
-Pollicinelle in Francia
-Petruska in Russia
-Don Cristobal in Spagna
-Punk in Olanda
-Kaspar in Germania.

Pulcinella, per la sua notevole fama, fu ritratto innumerevoli volte da pittori affermati, su piatti, sculture, su tele, etc.

Fu inventata anche la simpatica filastrocca su Pulcinella:
“Pulcinella aveva un gallo, tutto il giorno vi andava a cavallo, con la briglia e con la sella.
Viva il galletto di Pulcinella!
Pulcinella aveva un gatto, tutto il giorno saltava da matto, suonando una campanella.
Viva il gattino di Pulcinella!”

Non va dimenticato che Pulcinella, parallelamente al mondo del teatro con attori in carne ed ossa, è interpretato anche nel mondo dei teatrini dei burattini o delle guarattelle.
Ancora oggi vive questo genere di intrattenimento che sempre fa ridere i bambini ma che attira anche gli adulti.
I più affermati maestri napoletani contemporanei, detti burattinai o guarattellari, vanno ricordati Nunzio Zampella da cui apprese l’arte Bruno Leone che ha girato per il mondo.
http://www.guarattelle.it/home.htm youtube di Bruno Leone

--Museo della maschera di Pulcinella e della Civiltà contadina
http://sit.provincia.napoli.it/museodiffuso/mdb2Viewmuse.asp?key=5018&x_Denominazione=&searchval=&tipo=muse
http://www.pulcinellamuseo.it/museo/brochure/brochure_museo.pdf
http://www.museincampania.it/IMG/documenti_musei/pulcinella.jpg foto statua di Pulcinella nel cortile del castello.



ACERRA +56mila acerrani
Acerra è la terza cittadina per estensione territoriale della provincia di Napoli dopo il capoluogo campano e Giugliano in Campania.
Il primo insediamento umano risale all’epoca preistorica(età del rame) poi al tempo degli osci, sotto il nome di Akeru.
Successivamente passò in mano agli etruschi che fecerono parte della dodecapoli etrusca capeggiata dalla città di Capua(odierna S.Maria Capaua Vetere).
Al tempo dei romani la città fu denominata in latino Acerrae, il cui termine deriverebbe dal greco Acqueron, in riferimento alle zone paludose e soggette ad inondazioni a causa della vicinanza dell’allora fiume Clanio.
Acerrae fu una delle prime città romane ad avere, nel 332ac, la civitas sine suffragio, cioè la cittadinanza romana senza diritto di voto.
In mano ai romani si sviluppò la tipica città a pianta cardo-decumanica romana che si conserva ancora oggi, e possedeva 4 porte di accesso.
Inoltre alcune iscrizioni rinvenute attestano l’esistenza di luoghi di culto dedicati alla egiziana Iside, dea della maternità e della fertilità, al dio greco-egizio Serapide e all’eroe Eracle per i greci, corrispondente all’eroe Ercole per i romani.
Fu dominio longobardo con la costruzione del castello eretto nell’826, poi gravemente danneggiato dal Duca di Napoli Bono.
Fu quindi saccheggiata dai saraceni intorno all'881 assieme all’antica città di Suessula.
Dall’epoca normanna la città divenne per secoli contea, e più tardi sede vescovile a tutt’ora.
Nel 1818 la diocesi fu aggregata a quella di Sant'Agata de' Goti e di nuovo distaccata nel 1855.
Alla contea di Acerra appartenevano molti casali tra cui quello di Pomigliano d'Arco, Brusciano, Marigliano, Mariglianella, Licignano(oggi parte del territorio di Casalnuovo di Napoli), e persino Ottaviano.
Il territorio di Acerra era frequentemente inondato dalle acque dell’antico fiume Clanio che lo rendeva poco salubre e la zona veniva abbandonata per alcuni periodi dell'anno; la popolazione si spostava nelle colline circostanti, per farvi ritorno, appena gli eventi climatici lo permettevano.
A partire dal XVIII secolo una serie di imponenti bonifiche, come la costruzione di canali per il deflusso delle acque migliorò notevolmente la situazione permettendo alla zona di diventare una tra le più fertili della Campania con la diffusa coltivazione della canapa.
A seguito delle bonifiche e più lavoro nelle campagne, si ebbe il notevole aumento della popolazione e la costruzione di nuovi quartieri.
La città fino al 1927 fece parte dell’antica provincia di Terra di Lavoro.
http://www.pulcinellamuseo.it/museo/brochure/brochure_acerra.pdf

CURIOSITA’ ACERRANA:
--A marzo 2009, tra grandi polemiche, venne inaugurato ad Acerra dal presidente del Consiglio dei ministri Silvio Berlusconi un inceneritore tra i più grandi d'Europa.
La mega struttura, situata in loc.Pantano, in prossimità dell'area archeologica di Suessula, dall'inizio del suo funzionamento ha avuto numerosi problemi non ancora risolti.
L'inceneritore, che dovrebbe bruciare 600mila tonnellate di rifiuti all'anno, rilascia invece sostanze nocive nell’area superando più volte i livelli di guardia.
In più, di frequente è rimasto spento per collaudi e guasti.
--oltre alla maschera di Pulcinella acerrana, è l’antica tradizione di celebrare la morte di Carnevale in qualche corte del centro storico, un altro aspetto folcloristico ormai perduto.
Infatti il martedì Grasso, al centro del cortile, viene sistemato un letto funebre su cui è disposto un fantoccio di stracci e paglia che rappresenta "Vecienzo Carnevale", che risulta morto per aver ingurgitato troppo in fretta una polpetta.
Nel primo pomeriggio alcune donne si raccolgono intorno al "defunto" ed intonano antichissime litanie, vere e proprie lamentazioni funebri i cui testi assumono toni ironici e bizzarri:
“Oi Vecié, e ‘i si sapevo ca tu murive t’accerevo n'ata vallina.
Uhé, gioia soia!”

GASTRONOMIA ACERRANA:
Acerra vanta una storica tradizione nell'ambito dei prodotti ortofrutticoli, alcuni dei quali hanno rappresentato in passato, e in parte rappresentano ancora oggi, delle vere eccellenze territoriali:
--il fagiolo cannellino detto 'dente di morto', per il quale è stato attivato un processo di valorizzazione.
--carciofo “Mammarella”
http://www.pulcinellamuseo.it/museo/brochure/brochure_carciofo.pdf
--il pane di Acerra rinomato in tutta l'area metropolitana partenopea, e in passato è stata avanzata una proposta al fine dell'istituzione del titolo di “Città del Pane2.

CASTELLO BARONALE
fu costruito dai longobardi nell’826 all’estremità nord dell’abitato romano.
Fu eretto sui resti di un teatro romano.
Tali resti possono essere visitati accedendovi mediante una scala a chiocciola posta all’interno del mastio.
Il castello fu sede dei conti sin dall’epoca normanna.
Le famiglie feudatarie che risiedevano erano i De Medania, D’Aquino, Nolasco, Origlia, Del Balzo Orsini, De Cardenas.
Gli ultimi proprietari del palazzo furono gli Spinelli che lo tennero fino al 1925.
Durante la 2’guerra mondiale parte delle originarie volte ad incannucciata furono distrutte da un incendio e quindi sostituite da solai piani.
Attualmente l’edificio, rimaneggiato numerose volte, è sede del Municipio.
http://www.comune.acerra.na.it/pagina.php?id=6
Curiosità:
--Nell’androne vi è ancora nel muro di sx una grottesca maschera spegnifiaccola.
--In una delle sale del municipio è esposta la lapide che testimonia i pagamenti dei dazi imposti ai viandanti alla città di Acerra, riunvenuta nei pressi del ponte del Gaudello.
--nel castello fu ospitata la principessa Isabella del Balzo, nel XV secolo, durante il suo viaggio nuziale che da Canosa di Puglia la conduceva a Napoli presso il suo futuro sposo il re Federico I d’Aragona.
--il conte di Acerra Pirro Del Balzo fu uno dei baroni arrestati e uccisi perché ordì una congiura contro il re Ferrante d’Aragona nel 1491 circa.

TEATRO ROMANO
non visibile dall’esterno,
i cui resti furono scoperti casualmente dopo che si era deciso di ricavare una biblioteca sotto le scuderie del castello.
La presenza di un antico teatro era già stata ipotizzata dall’archeologo Amedeo Maiuri vista la forma ellittica delle mura e del fossato del castello.
Si tratta esattamente di una scena, che è lo spazio per il coro e per i musici, mentre la cavea e l’orchestra si trovano al di sotto del cortile del giardino.
Inizialmente si pensò che potesse trattarsi dell’anfiteatro menzionato in due epigrafi: una riguardava le offerte devozionali che di regola si svolgevano negli anfiteatri, e l’altra dedicata all’imperatore Domiziano con la scritta
----------“Apud Acerrae sic in Ampitheatro in via Oppidi”
Tale epigrafe pare sia esposta in una delle sale del municipio.
Lo stile del teatro acerrano appare molto simile a quella dei teatri di Pietrabbondante e di Pompei
http://www.archeoguida.it/004766_acerra-na-teatro-romano.html
--l’anfiteatro va cercato quindi altrove.


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