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Cioccolateano, Scavi di Francolise e Lago di Falciano

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Messaggio  Admin Lun Ott 17, 2011 12:26 pm

"Cioccolateano, Scavi di Francolise e Lago di Falciano", Ottobre 2011
http://www.flickr.com/photos/68435930@N06/sets/72157627937316400/show/

Teano: “Culla dell’Unità d’Italia”

Teano è definita la Culla dell’Unità d’Italia perchè ci fu l’incontro tra i due artefici dell’unificazione della penisola in una sola nazione col nome di Regno d’Italia, ed erano il generale Giuseppe Garibaldi e il piemontese re Vittorio Emanuele II di Savoia avvenuto, nel 26 Ottobre 1860, nella fraz.Borgonuovo di Teano, presso il Ponte San Nicola (o secondo altri detto Ponte San Cataldo)
Secondo altri documenti storici invece riportano l'incontro presso la loc.Taverna della Catena, a Vairano Scalo, a 7-8 km da Teano.

Il Regno d’Italia nacque ufficialmente il 13Febbraio 1861 al seguito dei plebisciti nelle piazze principali, dove furono truccati i voti (il primo caso di broglio elettorale all’italiana), e mantenne il nome fino al 18 Giugno 1946, cioè data di nascita della prima Repubblica Italiana ed, al seguito dello scandalo della Tangentopoli, emerse l’odierna seconda Repubblica Italiana dal 1992-94 con ennesimi brogli dei politici.

La vera storia dell’Unità d’Italia, che quest’anno si stà festeggiando i suoi 150 anni, dovrebbe essere raccontata nei suoi lati negativi che ha dovuto subire pesantemente il Meridione a causa dell’invasione.

Si tratta di invasione vera e propria perché fu violato il Diritto Internazionale già allora vigente, e la storiografia ufficiale non lo dice.
Il vero motivo dell’invasione è che i Savoia piemontesi, indebitatosi enormemente a seguito delle tre guerre d’Indipendenza contro gli austriaci, volevano appropriarsi corrottamente delle enormi ricchezze del Sud con la scusa delle promesse per il bene del popolo del Sud, mai mantenute.

Quindi il Meridione subì vero e proprio assedio, fu braccato sia dalle truppe garibaldine sbarcate in Sicilia dal sud con la Spedizione dei Mille sia dal nord dalle truppe piemontesi con a capo il re Vittorio Emanuele II di Savoia e successivamente al comando del generale Enrico Cialdini, ritenuto uno spietato, sanguinario, criminale e feroce.
Così definito perché ebbe il potere di annientare, con l’aiuto dei suoi 120mila uomini, gli anti-unitari con spietati eccidi, esecuzioni, distruzione di interi centri abitati e deportazioni di migliaia di persone nella Fortezza di San Carlo di Fenestrelle, un macabro lager piemontese dove, fra il 1860-1870, si consumò il silenzioso sacrificio di 56mila! insorti napoletani e siciliani colpevoli di aver difeso il proprio paese contro un’invasione. http://www.fortedifenestrelle.com/

Gli insorti venivano soprannominati col termine inappropriato di briganti, in realtà erano solo i ribelli intenti a sbarazzarsi di nemici piemontesi e quindi difendere legittimamente la propria terra e non, come raccontano gli storiografi, coloro che diffondevano terrore tra la gente.
Con l’annessione del Meridione il governo piemontese adottò le leggi a discapito dei meridionalisti che dovevano pagare di più le tasse ed erano obbligati alla leva militare togliendo a loro i lavori dei campi.

Contro i cosidetti briganti (che non lo erano perché non erano quelli che si davano alla macchia) furono eseguite campagne diffamatorie per giustificare le aggressioni, le codardie e le barbarie piemontesi, non solo, ma anche numerose menzogne sui Borbone.

Il Sud, prima della forzata annessione, era in mano a Francesco II, ultimo della dinastia dei Borbone, re del Regno delle Due Sicilie. Fu un regno indipendente, prosperoso, autonomo, il più longevo ed esteso della penisola, molto più florido del Regno dei Savoia e tra i più progrediti d’Europa, dopo la Francia e l’Inghilterra.
Non c’era necessità di annettersi all’Italia.

Va comunque ammesso che Ferdinando II di Borbone, col soprannome di «re bomba»fu molto duro nel decennio addietro nella repressione dei movimenti democratici, da molti indicato come il più sanguinario, colui che gestì una dura repressione dopo i moti del 1848.

Sotto i Borbone, negli ultimi 126 anni del glorioso Regno delle Due Sicilie, durato quasi 8 secoli, cioè dal 1130, le condizioni di vita erano migliori rispetto al resto dell’Italia ed era collocato al terzo in Europa.
Non solo, il Regno era tra le più avanzate in tanti settori industriali e sociali che facevano invidia a parecchie nazioni.
La moneta circolante nel Regno borbonico ammontava al doppio di tutta la moneta circolante nel resto d' Italia.

Alcuni primati eccellenti:
1)La piu' grande fabbrica metalmeccanica del Regno era quella di Pietrarsa, fra Napoli e Portici, con oltre 1200 addetti: un record per l’Italia di allora.
Dietro Pietrarsa c’era l’Ansaldo di Genova, con 400 operai.
Lo stabilimento napoletano produceva macchine a vapore, locomotive, motori navali, precedendo di 44 anni la Breda e la Fiat.

2) In Calabria erano famose le acciaierie di Mongiana, con due altiforni per la ghisa, due forni Wilkinson per il ferro e sei raffinerie, occupava 2.500 operai. L’industria della seta occupava oltre 3.000 persone.

3)A Castellammare di Stabia, dalla fine del XVIII secolo, operavano i cantieri navali più importanti e tecnologicamente avanzati d’Italia. In questo cantiere fu allestita la prima nave a vapore, il Real Ferdinando, 4 anni prima della prima nave a vapore inglese. Dai cantieri di Castellammare uscì la prima nave ad elica in Italia.

4)In Puglia vi erano all’avanguardia le tecnologie uste in agricoltura, specie per la massiccia produzione dell’olio di ottima qualità. Le macchine agricole pugliesi erano considerate fra le migliori d’Europa.
Le Due Sicilie avevano una agricoltura talmente fiorente da essere esportatori di eccedenze alimentari in tutto il Mediterraneo, ed è falsa la storia del latifondo come piaga dell’agricoltura pre-unitaria.

5)Altre grandi opere di realizzazione per cui le Due Sicile si distinsero erano i due ponti sospesi in ferro, i primi in Europa, quello sul fiume Calore nel Beneventano e quello sul Garigliano al confine casertano-laziale.
Poi il sistema ferroviario meridionale era efficientissimo in Italia di allora.
Oltre alla prima linea ferroviaria d' Italia in assoluto, la Napoli-Portici nel 1839, giunta a Castellammare di Stabia nel 1842 e a Nocera Inferiore nel 1844, c'erano altre linee ferroviarie per Salerno, Cassino, Caserta, e al momento dell' occupazione si stavano costruendo le linee Napoli-Foggia, Napoli-Bari, Napoli-Chieti, Pescara-Bari, Salerno-Reggio, Palermo-Catania, Palermo-Messina e Palermo-Agrigento.

6)La Sicilia esportava il preziosissimo zolfo, specie nella provincia di Caltanissetta, all' epoca una delle città più ricche e industrializzate d' Italia.
In Sicilia c'erano porti commerciali da cui partivano navi per tutto il mondo, Stati Uniti d'America specialmente. Importante era l' industria chimica della Sicilia che produceva tutti i componenti e i materiali sintetici conosciuti già da allora, come acidi e vernici.

7)Il Regno aveva fatto le uniche bonifiche d' Italia: in Puglia, in Campania, in Abruzzo, in Calabria e in Sicilia.
Impresa titanica fu quella del prosciugamento delle paludi del bacino inferiore del Volturno fra i Campi Flegrei e il monte Massico, dove le terre bonificate vennero assegnate gratuitamente dal re a 1400 famiglie di contadini bisognose di lavoro.

8)Napoli, dopo Londra e Parigi, fu la terza citta' d' Europa ad avere l' illuminazione stradale a gas e la prima d' Italia a sperimentare l' illuminazione elettrica.
Fù applicata dai Borbone, per prima al mondo, la legge sulla raccolta differenziata dei rifiuti a Napoli.

9) Nelle Due Sicilie c'era il maggior numero di ingegneri d' Italia: il primo ingegnere si laureera' a Milano solo nel 1870.

10)Due Sicilie avevano introdotto in Italia il primo sistema pensionistico con ritenute del 2% sugli stipendi e disponevano della più alta percentuale di medici in rapporto alla popolazione e potevano vantare il minor tasso di mortalità infantile di tutta la penisola.
Le strade e le città erano sicure e la pirateria che veniva dal mare fu debellata.
Eliminate le leggi feudali, si diede ordine ai territori e si concesse, per la prima volta al mondo, la terra a chi la lavorava.

--Elenco dei principali Primati, che non ha eguali al mondo, nei 126 anni del glorioso Regno delle Due Sicilie dei Borbone
(il più longevo di tutti i regnanti dinastici della storia della penisola italica, anche questo è l’ennesimo primato).
Gli orgogliosi 126 anni dei Borbone sono gli ultimi dei quasi 8 secoli di vita dello storico Regno delle Due Sicilie, fondato nel 1130 a Palermo dal normanno re Ruggero II d’Altavilla, allora sotto il nome di Regno di Sicilia.

http://www.storialibera.it/epoca_contemporanea/risorgimento/regno_delle_due_sicilie_e_borbone/articolo.php?id=3809&titolo=I tanti primati del Regno delle Due Sicilie

http://www.storialibera.it/epoca_contemporanea/risorgimento/regno_delle_due_sicilie_e_borbone/articolo.php?id=3816&titolo=I primati del Regno delle Due Sicilie

Quindi il Nord Piemontese si arricchì di tutti questi benesseri e primati a spese del Sud impoverendolo e riducendolo allo sfruttamento, comè afflitto ancora oggi.
Il governo Piemontese si impossessò illegittimamente dell’immenso Tesoro dei Borbone per pagare i propri debiti.
Ancora tutt’ora, parte del Tesoro dei Borbone è in mano agli illegittimi Savoia depositato nella Banca d’Italia.
Dopo l’Unità d’Italia, oltre 25 milioni di persone del Sud furono costrette ad abbandonare la propria terra.
Iniziò la grande emigrazione, cosa mai avvenuto sotto il governo dei Borbone.
Il popolo del Sud post-unitario aveva due scelte, o emigrare o combattere
https://www.youtube.com/watch?v=o8lyxUmjd_k&NR=1

Curiosità:
--dopo che ci fu il feroce massacro a Pontelandolfo e Casalduni(BN) da parte delle nuove reclute italiane nel 14 Agosto 1861, guidate da Gaetano Negri, quest’ultimo in seguito venne eletto sindaco di Milano e nominato dal re Vittorio Emanuele II senatore del Regno d’Italia.

--L'esercito e il popolo delle Due Sicilie reagirono duramente all'attacco degli invasori, contrariamente a quanto raccontano i bugiardi storiografi nordisti.

--ci sono stati numerosi episodi di tradimenti e infamità a danno dei Borbone addirittura dai generali e comandanti che prima erano borbonici.

--dal 1860 al 1864 vi furono perdite immane di vite: tra le file borboniche e anti-unitarie si parla di un totale di 154mila morti e 111mila catturati e fucilati tra civili e militari.
Da parte degli occupanti piemontesi si dice solo 23mila morti su circa 200mila presenze di invasori.

--I piemontesi avevano le più moderne armi francesi, il loro gioiello d’armi erano i cannoni cosidetti rigati a lunga gittata, mentre ai soldati duosiciliani restavano solo vecchie bombarde e cannoni a breve gittata di circa cinquanta anni prima.

--A Gaeta, storico luogo dell’ultima resistenza borbonica e la fine del Regno delle Due Sicilie, furono gettati in una fossa comune, detta pozzo di Martummè, i corpi di un gran numero di sodati borbonici che si erano arresi.
Molti non sanno che Gaeta, oltre i 2/3 del territorio è, dal 14Febbraio 1861, sotto la giurisdizione demaniale per punizione, e non è amministrabile dal Comune di Gaeta. Quindi Gaeta è definita la città che non cè.
Secondo le fonti veritiere si dice che il Comune di Gaeta, per far utilizzare strade, scuole ed impianti sportivi agli abitanti, è costretto addirittura a pagare un specie di pizzo allo Stato.

--Gli storici del regime piemontese condannavano i soldati del Sud perché combatterono per i Borbone, ma quelli che lo fecero (i traditori) per i Savoia erano dei bravi combattenti.

--parole di Giustino Fortunato(politico e meridionalista):
L’unità d’Italia è stata, purtroppo, la nostra rovina economica.
Noi eravamo, nel 1860, in floridissime condizioni per un risveglio economico, sano e profittevole. L’unità ci ha perduti.

--parole di Antonio Gramsci(filosofo, giornalista e critico letterario):
Lo stato italiano è stato una dittatura feroce che ha messo a ferro e fuoco l'Italia meridionale e le isole, squartando, fucilando, seppellendo vivi i contadini poveri che scrittori salariati tentarono d'infamare col marchio di briganti.

--parole di Giaconto dè Sivo, natìo di Maddaloni (CE) (scrittore anti-unitario, storico e alto funzionario borbonico):
La Patria nostra era il sorriso del Signore.
La Provvidenza la faceva abbondante e prospera,
lieta e tranquilla, gaia e bella,
aveva leggi sapienti e pienezza di vita,
aveva esercito, flotta, strade, industrie, opifici, templi e regge meravigliose,
aveva un sovrano nato napoletano e dal cuore napoletano.
L’invidia, l’ateismo e l’ambizione congiurarono insieme per abbatterla e spogliarla.

--Verità su Giuseppe Garibaldi: chi era?
In Brasile, dove emigrò Giuseppe Garibaldi assieme a molti altri poveri del Regno di Savoia del Nord, il futuro generale e dittatore Garibaldi era conosciuto come un comune delinquente per i brasiliani e gli uruguaiani, ricercato come bandito per assalto alle navi mercantili e per commercio di schiavi.
Lui sì che era definito vero brigante.
Quando il presidente dello Stato italiano Scalfaro, andando in visita in Brasile e Uruguai, tentò a citare Garibaldi, fu visto in malo modo dagli abitanti facendogli intuire che il personaggio storico non era altro che un vero e proprio deliquente pericoloso.
Giuseppe Garibaldi fu accusato di ruberie nelle Due Sicilie che perfino Vittorie Emanuele II se ne ebbe a lamentare in uno scritto privato al conte Cavour dopo l' incontro di Teano.
Il generale portava i capelli lunghi perché, nel violentare una ragazza, questa gli staccò un pezzo d’orecchio con un morso.
Lasciato il Brasile, nel Regno dei Savoia divenne il capo della Massoneria e divenne anche un agente per conto dell’Inghilterra in Italia.
Infatti fu l'Inghilterra che finanziò, con una immensa quantità di denaro in lire turche, lo sbarco di Marsala in Sicilia delle truppe garibaldine per l'invasione del Regno delle Due Sicilie.
Alla spedizione dei Mille seguirono anche i mercenari inglesi, svizzeri, polacchi, russi e ungheresi.
I garibaldini entrarono in Napoli e mai la città subì oltraggio peggiore: furono rapinate le chiese, le case, la reggia di Caserta, il cui tesoro fu spedito a Torino.
Garibaldi si impossessò dei beni privati del re e dei depositi del Banco delle Due Sicilie.

Links:
--serie di personaggi contemporanei che dicono di verità sull’Unità d’Italia
https://www.youtube.com/watch?v=XyULqIZHbYI
--monologo di Roberto Saviano, video sui 150 anni della “mala-Unità d’Italia”
https://www.youtube.com/watch?v=yVoGZ91wjLA

E’ lecito domandarci:
Ma a cosa dobbiamo festeggiare per i 150 anni di Unità d’Italia? Per chi e per che cosa?
Per i 150 anni dell’invasione piemontese?
Per gli eccidi e le interminabili rovine del Sud a causa degli assedi forzati?
Elogiare gli artefici Garibaldi e Vittorio Emanuele II di Savoia e non i gruppi di ribelli (che li chiamavano bande e non col termine esatto di brigate) che difendevano le proprio terre dagli invasori?




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