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Da Benevento a Borgo di Pietrelcina, per le Contrade del Sannio

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Da Benevento a Borgo di Pietrelcina, per le Contrade del Sannio Empty Da Benevento a Borgo di Pietrelcina, per le Contrade del Sannio

Messaggio  Admin Mer Apr 25, 2012 10:29 pm

"Da Benevento a Borgo di Pietrelcina, per le Contrade del Sannio", Aprile 2012
http://www.flickr.com/photos/79113251@N06/sets/72157629534954854/ ---(puoi cliccar slideshow)

I due paesi di Pietrelcina e Benevento, che si confinano, hanno in comune due devoti santi:
San Pio, natìo di Pietrelcina, "il frate delle stimmate"
https://www.youtube.com/watch?v=boR8TAb3V2w "primo miracolo di padre Pio

e San Giuseppe Moscati, natìo di Benevento "il medico santo"
https://www.youtube.com/watch?v=YODLUvnlsBw video di Giuseppe Moscati


SAN PIO
nacque il 25 Maggio 1887 dai coniugi contadini: Grazio Forgione e Maria Giuseppa de Nunzio.
Fu battezzato il giorno dopo col nome di Francesco Forgione, nella chiesa di Sant’Anna.
Trascorse la sua infanzia in un'altra casetta con i suoi cari ed in un'altra ancora dove accadde la sua tormentata gioventù.

Durante la giovinezza aveva attraversato le viuzze del borgo di Pietrelcina e l'amena campagna recitando il suo rosario lungo il cammino e arrivava alla masseria di famiglia in contrada Piana Romana dove un giorno, tra il il 1910-1911 il frate, raccolto in preghiera presso il podere di Piana Romana, ricevette le prime stimmate (o stigmate).
Si trattava dei segni della crocifissione definiti invisibili, cioè solo forti dolori in corrispondenza di alcuni punti del corpo.

Fu compiuto sotto l’albero di olmo, che si visita ancora oggi, così uno dei più grandi misteri del Cristianesimo dove padre Pio affermò che li tutto è avvenuto dicendo:
“Lì cè stato Gesù”.

Sempre lungo il tragitto dell’attuale suggestiva Via del Rosario il frate ebbe molte visioni di presenze diaboliche che lo intimidivano.

Ricevette invece uno strazio inimmaginabile anche fisicamente, nel Marzo 1916, quando nel convento S.Maria delle Grazie a San Giovanni Rotondo si accorse di avere mani, piedi e costato intrisi di sangue, dopo aver visto l’ombra di Gesù altrettanto grondato di sangue.

Il santo già aveva iniziato il suo cammino religioso nel Gennaio 1903, alla tenera età di 16anni, maturando la vocazione quando decise di entrare in convento seguendo l’esempio di Fra Camillo, un questuante che dal convento di Morcone (BN) girava per i paesi dell’Alto Tammaro beneventano, tra cui Pietrelcina.
Nel gennaio 1903 fu lo stesso Fra Camillo ad accogliere Francesco nel convento di Morcone che si vestì da frate cappuccino e col tale saio si fece chiamare fra Pio da Pietrelcina.
Dopo aver compiuto il lungo noviziato di 4 anni a Morcone, nel Gennaio 1907 pronunciò i voti in un convento a Sant’Elia a Pianisi (in provincia di Campobasso).

Nell’agosto 1910 venne ordinato sacerdote nel Duomo di Benevento per poi celebrare, 4gg dopo, la sua prima messa nella chiesa di Pietrelcina.

Il 22 settembre 1968, alle cinque del mattino, Padre Pio celebrò per l'ultima volta la Santa Messa.
Alle 2,30 della notte tra il 22 ed il 23 settembre 1968 il frate morì nella sua cella di San Giovanni Rotondo.

Già ad un anno dalla morte di padre Pio, nel Novembre 1969, si ebbe inizio il lungo processo di beatificazione.
Nel dicembre 1998 e nel dicembre 2001 vennero firmati dal papa Giovanni Paolo II i documenti che certificarono due nature miracolose di guarigioni attribuiti all’intercessione di Padre Pio.
Una nei confronti di una salernitana di nome Consiglia Me Martino, guarita inspiegabilmente dalla rottura traumatica toracica dopo che lei stessa chiese a un frate di San Giovanni Rotondo di pregare per lei sulla tomba di Padre Pio.
L’altra guarigione inspiegabile è attribuita al piccolo Matteo Colella colpito da una meningite fulminante, dopo che i medici disperavano di salvarlo.

A Maggio 1999 Giovanni Paolo II lo proclamò Beato Padre Pio da Pietrelcina, in Piazza S.Pietro a Roma alla presenza di migliaia di devoti giunti da ogni parte del mondo, mentre a Giugno del 2002 venne proclamato Santo dallo stesso pontefice sempre in Piazza S.Pietro a Roma durante la solenne cerimonia religiosa trasmessa in mondovisione.

CURIOSITA':
--A padre Pio, che versava in gravi condizioni di salute, gli accadde nel 6 Agosto del 1959 un episodio miracoloso:
fu guarito al passaggio della statua della Madonna di Fatima, sorvolando il convento di San Giovanni Rotondo a bordo di un elicottero.
--fu per il volere del frate Pio a dar il via alla realizzazione di un grandioso centro ospedaliero col nome di Casa di Sollievo, con le offerte dei fedeli giunti da ogni parte del mondo, fondato a San Giovanni Rotondo, dove venne posata la prima pietra a Maggio 1947 e dopo 9 anni fu inaugurato.

LUOGHI PIETRELCINESI LEGATI A SAN PIO:
--Chiesa Sacra Famiglia fù costruita per espressa volontà di padre Pio che ne scelse anche il nome.
Sono annessi il convento e il museo che conserva molti oggetti appartenuti al santo: la culla, i diari, il saio, i sandali, il camice della flagellazione, la tunica intrisa di sangue che poggiava sul costato, i mezzi guanti che coprivano le stimmate, l'asciugamano, il calice della messa, il messale in latino, le stole e lo scrittoio del maestro Caccavo, uno degli insegnanti di padre Pio, dove il piccolo Francesco svolgeva i compiti.

--Chiesa parrocchiale S.Maria degli Angeli nella chiesa si venera la Madonna della Libera, patrona di Pietrelcina, rappresentata da una antica statuta lignea di scuola napoletana.
Nel dicembre 1854 la madonna liberò il paese dal colera che stava mietendo numerose vittime.
Nel 1966 venne incoronata con diadema d’oro.
In questa chiesa il 14 agosto 1910 padre Pio, dopo quattro giorni dall’ordinazione sacerdotale nel Duomo di Benevento, vi celebrò la sua prima messa.

--Torretta sorge su una roccia detta morgione, intorno alla quale fu costruito il centro storico del paese.
Torretta è una piccola stanza, uno studiolo dove Francesco, dal 1910 al 1916, già ordinato sacerdote, tornò qui a Pietrelcina per trascorrere il lungo periodo di convalescenza di circa 6 anni.
Fu il luogo dove ebbe le prime visioni demoniache e celestiali, e scrisse l’Epistolario, cioè un insieme di raccolte di scritte.
Per raggiungere tale stanzetta si sale una suggestiva scaletta di 17 gradini scolpiti nella roccia e conserva intatto l’arredamento dell’epoca come il letto di ferro battuto, il piccolo scrittoio e le sedie.

--Casa natale in vico Storto Valle 28 dove dalla strada ci si immette nella cucina che conserva ancora intatti il camino e gli utensili dell’epoca, e all’altezza del civico 32, cè la stanza dei genitori del frate.
Tutto è rimasto intatto come gli infissi e il mobilio sono rimasti lo stesso del secolo scorso.

--Chiesa Sant’Anna è situata su un costone roccioso e risulta la più antica chiesa del paese, risalente al XIIIsec.
Venne distrutta dal terremoto del 1688 e successivamente ricostruita.
In essa padre Pio venne battezzato nel Maggio 1887 e dove ricevette il sacramento della cresima nel Settembre 1899. Francesco, qando era bambino, raccolto in preghiera, gi apparve per la prima volta Gesù al quale decise di consacrare totalmente se stesso.
In questa chiesa Padre Pio tornerà da sacerdote nel 1910 e vi celebrerà la Santa Messa per tutta la durata della sua convalescenza in 6 anni.

--Casa materna vi si conservano oggetti vari, utensili ed arredi e sopra di essa la Casa del fratello Michele composta da tre vani.
Vi dimorò anche padre Pio da sacerdote dal 1912-1916 dove studiava, pregava, scriveva lettere dense di insegnamenti spirituali, sosteneva dure lotte con il demonio, ma anche visioni celestiali.
Vi soggiornò la ricca benefattrice americana Mary Pyle tra il 1941-43.
Era figlia di un ricchissimo industriale statunitense, e fece opere di carità e di bene.
Coi suoi soldi fù costruita la chiesa Sacra Famiglia.

--Quartiere Pantaniello(pozzo) dove padre Pio attraversava tutte le volte che si recava in campagna a Piana Romana.

--Cammino del Rosario è la stradina dove padre Pio ed i suoi genitori percorrevano per recarsi alla masseria di Piana Romana.

--Convento dei Cappuccini All'interno del convento è stato allestito un museo dedicato a Padre Pio, dove sono conservati oggetti a lui appartenuti e reliquie, come una tunica indossata dopo una flagellazione cui il frate si era sottoposto.
Accanto al Convento sorge la Casa del Pellegrino, e retta con l'intento di dare accoglienza ai tanti fedeli che da ogni parte del mondo giungono a Pietrelcina.

--Ponticello è a circa metà strada tra il centro abitato e Piana Romana, in località Quadrielli, con una breve salita stretta e con un selciato sconnesso con muretti di pietra.
Lungo il percorso il giovane Francesco ebbe numerose tentazioni diaboliche.
Per chi transita da queste parti è un piacevole luogo di cammino che induce alla meditazione.

--Piana Romana è una località di campagna collinare, area di vigneti e di vecchi alberi di olmi a circa 3km da Pietrelcina, dove si trova ancora oggi il podere della famiglia Forgione che custodisce ancora intatti il mobilio, il letto e gli arnesi da lavoro di allora.
La Masseria Forgione era composta da un solo vano con pavimento di nuda pietra.
La strada che la collega a Pietrelcina prende il nome di Via del Rosario, proprio perché era quella che ogni giorno Francesco Forgione percorreva per andare a lavorare nei campi.
A Piana Romana esisteva una capanna di paglia a cui era appoggiato l'albero di olmo, ai piedi del quale, tra il 1910 e il 1911, Padre Pio ricevette i primi segni della passione di Cristo, inizialmente invisibili.
Intorno a quell'olmo fu costruita più tardi, nel 1958, la cappella di San Francesco da un compagno d’infanzia di padre Pio, dove da allora si radunano i fedeli desiderosi di entrare in più stretto contatto con la spiritualità dei luoghi a lui appartenuti.

--Santuario San Pio sorge a Piana Romana, è meta prediletta di migliaia di pellegrini per la santa messa.
Prima della costruzione moderna della chiesa San Pio, la messa si celebrava nella piccola ma significativa cappella di San francesco.

--Pozzo è legato alla fanciullezza di padre Pio che indicò il punto esatto dello scavo a suo padre Grazio, adirato perché non riusciva a trovare l’acqua.

--Seggiolone sono due grosse pietre denominate da lui appunto seggiolone, dove padre Pio era solito sedersi per pregare e meditare.

Altri luoghi vissuti dal devotissimo santo in Campania sono:
Morcone (il noviziato)
Benevento (dove divenne sacerdote)
Montefusco (convento)
Venafro (convento dei frati cappuccini adiacente Basilica S.Nicandro)


PIETRELCINA (BN)
+3000pietrelcinesi
Sorge alla sinistra del fiume Tammaro.

Pietrelcina è gemellata con San Giovanni Rotondo (prov.Foggia, Puglia).
Il termine Pietrelcina significa Petra Pucina (pietra piccola) in contrapposizione a Petra Majuri (pietra maggiore) che si trova sull'altra riva del fiume Tammaro.

Pietrelcina ha origini romane come testimoniano i rinvenimenti di innumerevoli reperti archeologici che forse saranno esposte in un antiquarium, fortemente voluto dall’archeoclub di Pietrelcina, che fù una delle prime associazioni archeologiche fondate in Italia, nel 1962.

Durante la dominazione longobarda divento' un avamposto fortificato.
Nell’anno 1100 il borgo venne ufficialmente nominata per la prima volta col termine Petrapulsino.
Nel 1138 fu distrutta dal normanno Ruggero II di Sicilia e venne ricostruita nel 1173.
Appartenne ai conti di Ariano Irpino, poi ai conti di Buonalbergo, e successivamente ai feudatari Caracciolo, D'Aquino, e ai Carafa.

Nel corso dei secoli Pietrelcina subì molte catastrofi: forti terremoti nel 1456 e nel 1688 che distrussero vari edifici religiosi come il convento di epoca bizantina, e palazzi nobiliari.
Anche qui a Pietrelcina avvenne la micidiale peste del 1656 che contò 700 vittime nella sola Pietrelcina.
Altre sofferenze e lutti portarono nei secoli successivi come la carestia del 1764 e la devastante epidemia di colera nel 1854, da cui la cittadina fu liberata per intervento miracoloso della Madonna Santissima della Libera, patrona di Pietrelcina.
Nonostante le devastazioni, il centro storico conserva intatto il fascino di un tempo.
Fino al 1861 il territorio faceva parte del giustizierato del Principato Ultra, poi ridenominata provincia di Benevento.





ALTRO ILLUSTRE PERSONAGGIO:
La città di Benevento ha dato, tra i tanti natali,a ben tre papi: Gregorio VIII, Felice IV, Vittore III e tra le figure più popolari vi è il medico santo Giuseppe Moscati.

GIUSEPPE MOSCATI
fù un grande medico dotato di grande spiritualità e profonda sensibilità verso i problemi quotidiani dei pazienti.

Fu un ricercatore scientifico e sperimentale di successo nell’istituto di chimica biologica, direttore dell’Istituto di anatomia patologica e libero docente in clinica medica generale in qualità di coadiutore straordinario ad unanimità dei massimi voti delle commissioni mediche in maniera clamorosa e sbalorditiva.
Questi erano soltanto alcuni incarichi importanti.

Giuseppe Moscati nacque a Benevento nel Luglio del 1880 nel palazzo vicino all’arco di Traiano.
Fù settimo tra i nove figli.
Il padre Francesco fù un brillante magistrato, prima come giudice al tribunale di Cassino, poi presidente del tribunale a Benevento e infine consigliere di Corte d’Appello a Napoli.
La madre del medico si chiamava Rosa De Luca, una nobildonna dei marchesi di Roseto.

I Moscati erano originari di Santa Lucia di Serino in provincia di Avellino.
Il Moscati, legato a tale paesino avellinese, nell’Aprile del 1900, all’età di 20 anni, scrisse una breve poesia intitolata “Sospiro”, con la quale si affermava l’inizio della sua immensa sensibilità:

“O diletto paese natio, sospiro al ricordo del verde pendio.
Ti vedo da lungi, ma triste un addio, migrando lontano per sempre ti do, crudele destino!
La pace soave degli anni miei teneri, vissuti felici nel seno tuo provvido, è’ il dolce ricordo che serbo di te, paese natio”.

Giuseppe Moscati rimase a Benevento per 4 anni prima di abitare a Napoli.
La prima abitazione a Napoli fu in Via S.Teresa al Museo 83, poi nel palazzo Bagnara di Piazza Dante 9 e infine, nel 1902, al terzo piano di Via Cisterna dell'Olio 10, a poca distanza dal Gesù Nuovo, dove visse fino alla morte.

Dal 1889 al 1894 Giuseppe Moscati compì i suoi studi di Ginnasio e poi quelli del Liceo Classico a Napoli conseguendovi con voti brillanti nel 1897, all'etá di appena 17 anni!.

Pochi mesi dopo, cominciò gli studi universitari presso la facoltà di medicina dell'ateneo federiciano.
Iniziò ad assistere, per primo, suo fratello Alberto infortunatosi seriamente per una caduta da cavallo durante il servizio militare, e da questo episodio cominciò a maturare la sua passione per la medicina.

Si impiegò all'Ospedale degli Incurabili dove rimarrà per 5 anni.
La sua giornata fu sempre molto intensa, si alzava presto al mattino per recarsi a visitare gratuitamente gli indigenti dei quartieri spagnoli di Napoli, prima di prendere servizio in ospedale per il lavoro quotidiano, e di visitare nel pomeriggio i malati nel suo studio privato regalandoli spesso i medicinali necessari, a suo carico.
Nonostante la forte dedizione per gli ammalati non fu sottratto mai il tempo per lo studio e per la ricerca attuando un equilibrio fra scienza e fede.

Il medico Moscati, in un suo scritto, diceva che
“Gli AMMALATI SONO LE FIGURE DI CRISTO”
e che vedeva nei suoi pazienti il Cristo sofferente, lo amava e lo serviva nei pazienti.

È questo slancio di amore generoso che lo spingeva a prodigarsi senza sosta nei confronti dei sofferenti, a non attendere che i malati andavano da lui, anzi lui a cercarli nei quartieri più poveri ed abbandonati della città.
I sofferenti vedevano in lui come un grande benefattore e ricevevano un conforto spirituale.
Tra le sue numerose opere di generosità e di altruità ci fù un episodio coraggioso:
intervenne personalmente a salvare i ricoverati paralitici di un piccolo ospedale di Torre del Greco, succursale degli Incurabili, durante l’eruzione del Vesuvio del 1906, in tempo poco prima che crollasse il tetto.
Il prof. Antonio Cardarelli, altro grande medico, che faceva parte della commissione esaminatrice, rimase ammirato della preparazione di Moscati, e disse che in 60 anni d'insegnamento non si era mai imbattuto in una figura simile, e lo ebbe carissimo per tutta la vita e suo medico curante.

Gruppi di giovani studenti e di giovani medici stimavano Moscati e lo seguivano di letto in letto nelle sue visite agli infermi, per apprendere il segreto della sua bravura e si sentivano orgogliosi di essere stati insegnati da lui e quindi lo seguivano, sempre più numerosi, con interesse e affetto.

Divenne celebre e ricercatissimo nell'ambito partenopeo quando, ancora giovanissimo, il professor Moscati conquistò ben presto una fama di portata nazionale ed internazionale per le sue ricerche originali.

I risultati delle sue ricerche, in particolare sullo studio delle reazioni chimiche del glicogeno ed altri argomenti collegati, vennero da lui pubblicati in ben 27 riviste scientifiche tra italiane ed estere, assicurando al Moscati un posto d'onore fra i medici ricercatori della prima metà del secolo scorso.

Inoltre conosceva l’anatomia potologica e sono attribuibili a lui dei tre volumi con i verbali di ben 244 autopsie che sono conservati nell’archivio Moscati della chiesa del Gesù Nuovo di Napoli.

Le autopsie per Moscati erano lezioni di vita citando queste parole:
“Ma la vita non finisce con la morte, continua in un mondo migliore. A tutti è stato promesso, dopo la redenzione del mondo, il giorno che ci ricongiungerà ai nostri cari estinti, e che ci riporterà al supremo Amore!"

Il dottor Moscati nonostante le sue capacità, il suo ingegno, i suoi indiscutibili successi, la fama e la posizione sociale avrebbe potuto avere tutti i beni materiali che poteva desiderare, e invece era povero perché dava ciò che aveva ai poveri. Non aveva carrozze, cavalli e automobili come i suoi colleghi.

Nell’Aprile del 1927 il prof. Moscati morì, all’età di 46 anni.
Fù sepolto prima nel cimitero di Poggioreale e tre anni dopo nell’attuale chiesa del Gesù Nuovo.

Particolarmente felice di questa traslazione fù Nina Moscati, sorella del professore, che dopo essergli stata sempre vicina in vita, aiutandolo nell’esercizio della sua carità, dopo la morte aveva donato alla chiesa del Gesù Nuovo il vestiario, il mobilio, e le suppellettili del fratello, ancora tutt’ora visitabili.

Fù nel 1973 dichiarato venerabile.
Nel 1975 il pontefice Paolo VI, per la sua tanta vitalità spirituale, tanto amore per i poveri, tanto equilibrio di scienza e fede nell’esercizio della sua professione, fù proclamato beato.
Mentre nel 1987, a 60 anni dalla sua morte, fù proclamato medico santo dal papa Giovanni Paolo II.
Vennero riconosciuti dalla congregazione ecclesiastica di Roma tre miracoli di guarigioni inspiegabili dalla sicura morte, attribuiti al medico santo per intercessioni.




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